AlmaDiploma per le scuole del Varesotto
Intervista a Claudio Merletti, dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Varese
“AlmaDiploma? È uno strumento utile per la scuola, che può rendere più efficiente il sistema di valutazione nazionale in materia di istruzione e formazione che si andrà sviluppando nei prossimi anni”. Ne è convinto
Claudio Merletti, dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Varese. L’esperienza è iniziata nel 2006/07 e si è consolidata nel tempo raggiungendo circa il 90% delle scuole secondarie di secondo grado della provincia di Varese. I curricula degli studenti immessi nella banca dati AlmaDiploma sono circa 3.500 all’anno. “Penso che si debba lavorare soprattutto per rafforzare la capacità degli istituti superiori di utilizzare le informazioni di AlmaDiploma per prendere decisioni atte a riprogettare la politica formativa e migliorare l’efficacia del servizio didattico in funzione degli esiti ottenuti. Non è un problema solo nostro: è un tratto caratteristico della scuola italiana che ha sempre visto la valutazione di sistema come qualcosa di marginale e a volte con sospetto.”
Dottor Merletti, quanto è importante AlmaDiploma per l’Ufficio scolastico territoriale di Varese?
“AlmaDiploma ha una missione importante: dare visibilità ai giovani, valorizzando il capitale umano da essi rappresentato e facilitarne il flusso verso il mondo del lavoro o verso l’ulteriore valorizzazione nel percorso universitario. Per l’ufficio che dirigo le informazioni fornite da AlmaDiploma sono fondamentali. Il problema è farle diventare un elemento sistematico nel processo decisionale di ogni scuola”.
Per chi può essere utile AlmaDiploma?
“AlmaDiploma fornisce un feedback informativo utilissimo per molti portatori di interesse del sistema scolastico: intanto le scuole, cui vengono forniti dati preziosi per valutare i risultati del servizio erogato e soprattutto l’esito a distanza dei risultati di apprendimento degli studenti; quindi le imprese, che possono accedere a un vasto repertorio di curricula di diplomati arricchiti di informazioni su competenze e crediti formativi essenziali per il matching tra domanda e offerta; e poi le Università, che possono conoscere per tempo le caratteristiche dei potenziali nuovi iscritti e capire ex ante gli orientamenti e le aspettative delle future matricole”.
Qual è secondo lei il principale punto di forza di AlmaDiploma?
“È dato dalla pubblicazione dei report per le scuole (anche con aggregazioni per provincia), che forniscono serie storiche per le analisi dei trend e, insieme agli altri sistemi informativi, per il matching tra domanda e offerta. Inoltre AlmaDiploma rende disponibili dei parametri di sistema che danno ad ogni scuola dei punti di riferimento per il posizionarsi rispetto alle altre. Infine, AlmaDiploma può costituire una solida base informativa per i servizi di placement che proprio in questi ultimi mesi molte scuole del Varesotto stanno cercando di attivare. Il progetto FIXO, promosso dal ministero del Welfare e sostenuto della Regione Lombardia, ha permesso a ben 25 istituti di ricevere un finanziamento a tale scopo. La Provincia di Varese è la prima in assoluto in Lombardia in questa graduatoria, fatto che conferma la vocazione del nostro territorio rispetto alle tematiche del rapporto con il mondo del lavoro”.
E quale ruolo può svolgere la scuola rispetto ai temi dell’occupazione giovanile?
“La scuola da tempo ha sviluppato al suo interno competenze orientative sul versante psicopedagogico e della gestione dei rapporti con le imprese (alternanza scuola-lavoro, stage, tirocini, ecc.), ma è necessario sviluppare maggiormente la lettura del mercato e l’empowerment degli studenti per metterli in condizione di entrare con maggiori possibilità di successo nel mondo del lavoro. Per questi motivi il sistema informativo di AlmaDiploma, insieme ad altri, può diventare uno dei punti di riferimento per analizzare l’andamento dell’inserimento lavorativo e del mercato del lavoro”.
Quali sono le informazioni più interessanti che ha trovato nell’ultimo rapporto AlmaDiploma?
“Per esempio che lo status dei genitori è determinante sulla scelta del figlio: il 35% di studenti liceali ha un genitore laureato, i genitori laureati sono molto meno fra gli studenti dei tecnici (8,4%) e dei professionali (4,8%). Poi che il titolo di studio più basso determina in buona parte la scelta di istituti professionali. I licei sono per due terzi frequentati da studenti appartenenti alla borghesia e alla classe media impiegatizia, solo uno studente su dieci appartiene a una famiglia operaia. I dati confermano anche un’opinione diffusa: gli studenti dal profitto ottimo alle medie inferiori scelgono i licei, mentre gli studenti dal profitto basso scelgono gli istituti professionali”.
E come si posizionano gli studenti della provincia di Varese nel voto di diploma?
“Dai dati del rapporto 2012 si possono fare queste considerazioni: il voto medio della provincia di Varese è 74/100 in linea con il dato generale, anche se gli studenti dei licei si posizionano meglio rispetto ad altre regioni. Il 25% circa di studenti ottiene una valutazione compresa fra 81 e 100, in linea con il trend generale”.
E rispetto al giudizio degli studenti su scuola e professori?
“Il giudizio che ne esce è sostanzialmente buono: circa l’85% valuta positiva l’esperienza complessiva nella scuola di appartenenza e anche la competenza dei docenti è considerata positivamente da oltre l’85% degli studenti. Più critica è l’opinione sulla disponibilità al dialogo (il dato di apprezzamento diminuisce sensibilmente al 74%) e ancora più critica è l’opinione sulla capacità di valutazione, che ottiene il 67,7% di consensi positivi”.
In base alla lettura dell’ultimo rapporto ci può dire qual è, secondo lei, il punto di eccellenza degli studenti del Varesotto?
“Ve ne sono diversi ma voglio citare, nel campo dell’alternanza scuola-lavoro, l’attività di stage. Hanno svolto lo stage il 60% circa degli studenti delle scuole secondarie della provincia, dato di circa 18 punti superiore al complesso. Il giudizio positivo sullo stage è confermato anche prendendo in considerazione la durata della permanenza in azienda. Infine, le conoscenze linguistiche dei diplomati della provincia di Varese sono superiori al dato generale”.