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Il Profilo del Diplomato AlmaDiploma
Indagine 2004
PRIMA E DOPO IL DIPLOMA
Le
caratteristiche e le prospettive di studio o lavoro
dei diplomati
nelle scuole aderenti ad AlmaDiploma
Elio Pasca, Gian Piero Mignoli, Elena Nardi
Il
progetto AlmaDiploma
Il
progetto AlmaDiploma è nato con due obiettivi. Il primo
è quello di fornire alla scuola secondaria superiore
attendibili e tempestive basi documentarie in grado di rappresentare
un punto di riferimento per tutti coloro (studiosi, operatori, ...)
che affrontano a qualsiasi titolo le tematiche degli studi superiori,
della programmazione delle attività didattiche,
dell'occupazione, della condizione giovanile. Il secondo
obiettivo di AlmaDiploma è quello di facilitare
l'accesso e migliorare la collocazione dei giovani nel mondo
del lavoro.
AlmaDiploma
è cresciuta tra gli istituti della provincia di Firenze,
sostenuta con tenacia e spirito di volontariato. Il modello di
riferimento è il
Consorzio AlmaLaurea,
che dal 1994 studia la popolazione dei
laureati degli Atenei aderenti e che ora raccoglie 40 Atenei
italiani. Sostenuta dal Ministero dell'Istruzione,
dell'Università e della Ricerca AlmaLaurea ha,
sul fronte universitario, intenti del tutto analoghi a quelli che
muovono AlmaDiploma sul fronte della scuola superiore.
Per
quanto riguarda il primo obiettivo, AlmaDiploma realizza
annualmente due indagini: il Profilo dei diplomati (di cui
questo volume riporta i risultati per il 2004), che rileva e analizza
l'esito degli studi, l'origine sociale, le valutazioni e
le prospettive future degli studenti che hanno appena conseguito la
maturità, e l'indagine sugli Sbocchi occupazionali
e/o formativi, che esamina il percorso che i diplomati compiono
dopo aver concluso gli studi superiori.()
Con
il suo 2° Convegno Nazionale (Firenze, 3 dicembre 2004), in cui
per la prima volta vengono presentati i risultati di entrambe le
indagini, AlmaDiploma completa la sua fase sperimentale. La
presenza di questa associazione ha una certa rilevanza per ora solo
nella regione Toscana, dove aderiscono al progetto poco più di
un quarto delle scuole (53 su 197); al di fuori della regione, le
scuole aderenti sono ancora una presenza simbolica (14). Ma
l'obiettivo, ambizioso, è quello di espandersi fino ad
esaurire l'intera rete della scuola secondaria superiore
italiana.
La popolazione
osservata
Il
Profilo dei diplomati 2004 prende in considerazione i 31
Istituti scolastici aderenti ad AlmaDiploma che hanno fornito
una documentazione soddisfacente sui rispettivi diplomati.()
Il collettivo osservato comprende 3.779 diplomati, l'86% dei
quali ha compilato il questionario.
Non
si può ancora considerare questa una popolazione
rappresentativa di un qualsiasi ambito territoriale o scolastico. Non
solo per la collocazione territoriale degli istituti coinvolti
nell'indagine (28 toscani, 3 di altre regioni italiane), ma
anche per la sovrarappresentazione delle maturità tecniche a
scapito delle maturità liceali e professionali;
nell'interpretare i risultati del Profilo dei diplomati 2004
occorre tenerne conto.()
La
disaggregazione principale utilizzata in questo Rapporto distingue 16
possibili tipi d'istituto (5 diplomi liceali, 6 tecnici e 5
professionali); per comodità di lettura sono presentati anche
i profili relativi alla totalità dei licei, degli istituti
tecnici e degli istituti professionali.()
I
nostri diplomati confermano la prevalenza numerica delle femmine nei
licei (in particolar modo nel liceo pedagogico–sociale) e in
alcuni istituti tecnici (commerciale e turismo) e professionali
(indirizzo linguistico, turistico o commerciale). Prevalgono invece i
maschi nei popolosi collettivi degli istituti tecnici industriali e
per geometri e negli istituti professionali per l'industria e
l'artigianato.
Il
contesto familiare di provenienza
Il
background socio–economico dei diplomati viene rilevato
attraverso il titolo di studio dei genitori e la classe sociale di
appartenenza.()
Ci sembra interessante sottolineare che, mentre nel collettivo dei
genitori degli attuali diplomati – almeno nelle realtà
prese in considerazione – le donne hanno già colmato il
divario che le separava dagli uomini in termini di scolarizzazione
(hanno almeno il diploma di maturità il 47,8% delle madri dei
diplomati contro il 45,3% dei padri), permangono differenze evidenti
per quanto riguarda la posizione professionale (basti pensare che i
padri con posizione borghese sono il 19,8% e le madri solo il 5,9%).
I
tipi di diploma si differenziano in modo marcato l'uno
dall'altro in relazione al contesto familiare dei rispettivi
studenti. La presenza dei diplomati con genitori in possesso di
titoli di studio elevati è massima nei licei classici,
scientifici e linguistici, si riduce negli istituti tecnici ed è
minima all'interno degli istituti professionali (compreso
l'istituto d'arte). Poiché il titolo di studio dei
genitori e la classe sociale sono due variabili strettamente
associate fra loro, gli stessi settori disciplinari avvantaggiati in
termini di istruzione dei genitori lo sono anche dal punto di vista
della classe sociale: i licei classici, scientifici e linguistici
sono i tipi di diploma in cui sono più rappresentati i figli
della classe borghese e meno rappresentati i figli della classe
operaia, mentre per gli istituti professionali si verifica la
situazione opposta.
La
riuscita negli studi superiori
L'esito
degli studi secondari superiori è definito dal voto di
diploma, dal credito scolastico e dal numero delle ripetenze. Anche
in questo caso le evidenti differenze fra i percorsi scolastici sono
favorevoli ai licei (con l'esclusione del pedagogico–sociale).
Nei licei classici, linguistici o scientifici il voto medio di
maturità è superiore a 82/100 e più del 35% dei
diplomati ottiene almeno 90/100; il voto medio scende a 75,6 fra i
diplomati tecnici e a 75,1 fra i professionali. Nei licei classici,
linguistici o scientifici al massimo il 6% dei diplomati incorre in
una ripetenza e praticamente nessuno ripete più di una volta,
mentre sia negli istituti tecnici sia nei professionali oltre l'11%
ripete un anno scolastico e oltre il 3% ripete più di una
volta.
Anche
un'altra componente della riuscita scolastica è
favorevole ai licei: la continuità del percorso scolastico.
Nei licei (compreso in questo caso il pedagogico–sociale) i
diplomati che hanno conseguito la maturità in un indirizzo,
una scuola o un istituto diversi da quelli della prima iscrizione
sono meno del 3% del totale, mentre negli istituti tecnici la
discontinuità riguarda il 4% dei casi e nei professionali più
del 13%.
Le
studentesse, pressoché in tutti i tipi di istituto, tendono ad
avere migliori risultati in termini sia di voto sia di regolarità
negli studi.
Le
evidenti difformità che abbiamo appena riscontrato andando a
rilevare gli indicatori della riuscita scolastica per ciascun tipo di
diploma debbono essere lette alla luce di alcune considerazioni.
Innanzitutto, come abbiamo rilevato precedentemente, i tre diplomi
liceali che ottengono i migliori risultati scolastici (classico,
linguistico e scientifico) sono gli stessi in cui è più
forte la presenza degli studenti provenienti dalle famiglie
avvantaggiate dal punto di vista socio–culturale. In secondo
luogo, tendono tuttora ad iscriversi ad un liceo i ragazzi che hanno
concluso la scuola media inferiore con risultati migliori rispetto a
quanti scelgono un istituto tecnico o, in modo ancora più
evidente, un istituto professionale.()
Anche la maggiore presenza femminile nei licei, inoltre, può
in parte spiegare queste differenze.
A
tutto ciò occorre aggiungere, infine, i limiti di
confrontabilità che inevitabilmente si incontrano
nell'analizzare l'esito degli studi all'interno di
percorsi scolastici così differenziati l'uno dall'altro
anche in termini di contenuto formativo.
L'esperienza
scolastica
Nel
complesso, i diplomati si dimostrano piuttosto soddisfatti della
propria esperienza scolastica. Le valutazioni – espresse qui in
centesimi (dove 0 e 100 sono rispettivamente la peggiore e la
migliore valutazione possibile) – risultano positive per quanto
riguarda la percezione dell'esperienza scolastica
complessiva (valutata in media 63 punti), la competenza e
la disponibilità al dialogo mostrate dagli insegnanti
(rispettivamente 63 e 59 punti), i rapporti con il personale
non docente (64) e soprattutto, come prevedibile, i rapporti con
gli studenti (79). Meno soddisfacenti sono risultati in
generale i laboratori (56), l'adeguatezza delle aule
(48) e l'organizzazione scolastica (43) – voce,
questa, a cui probabilmente i diplomati hanno ricondotto una
molteplicità di situazioni.
I
confronti fra i diversi tipi di diploma non assumono un significato
rilevante, risentendo in modo evidente delle specificità delle
singole scuole. Si può rilevare, in ogni caso, che i diplomati
degli istituti tecnici e professionali tendono ad essere più
soddisfatti, rispetto ai liceali, della disponibilità degli
insegnanti al dialogo e dei rapporti con gli altri studenti e che
l'organizzazione e le strutture scolastiche negli istituti
tecnici sono più apprezzate che nei licei e negli istituti
professionali.
Un
altro contributo importante per definire il grado di soddisfazione
degli studenti è dato dalla quota di diplomati che, se
tornassero ai tempi dell'iscrizione alla scuola superiore,
sceglierebbero lo stesso corso di studi che hanno appena concluso. I
neodiplomati riflettono ora, tenendo in considerazione le prospettive
formative o professionali che si trovano oggi di fronte, sulla bontà
di una decisione presa a 14 anni, quando il ruolo dei genitori era
certamente assai diverso da quello attuale.
Poco
più del 60% dei diplomati nel 2004 sceglierebbe lo stesso
corso nella stessa scuola, mentre oltre il 36% cambierebbe scuola o
almeno indirizzo (e circa il 3% non risponde). Nel loro complesso, i
licei, gli istituti tecnici e gli istituti professionali non si
differenziano in modo evidente fra di loro, mentre si manifestano
scarti rilevanti fra le singole realtà scolastiche coinvolte
nell'indagine.
Andando
a rilevare la diffusione delle esperienze di studio all'estero
e dei tirocini o stage ci si rende facilmente conto di quanto i tipi
di diploma si differenziano l'uno dall'altro in relazione
al contenuto formativo. Negli indirizzi in cui le lingue straniere
hanno valenza fondamentale (il liceo linguistico e gli istituti
tecnici per il turismo o per corrispondenti in lingue estere), oltre
la metà dei diplomati ha compiuto soggiorni di studio
all'estero; ne hanno compiuti anche un terzo dei diplomati nel
liceo classico o nello scientifico. Molto meno diffusa la mobilità
all'estero negli altri istituti tecnici e in tutti gli istituti
professionali – con la sola eccezione dell'istituto
professionale per i servizi commerciali e turistici.
Lo
svolgimento degli stage, sia per diffusione sia per durata, risente
ovviamente del fatto che nelle scuole professionali (tranne che
all'istituto d'arte) gli stage sono attività
formative praticamente obbligatorie. Solo nei programmi didattici dei
licei scientifici, comunque, gli stage sono pressoché assenti
(ne hanno svolti solo il 6,1% dei diplomati).
Prospettive future:
studio o lavoro?
Conclusi
gli studi secondari superiori, i diplomati si dividono
sostanzialmente in due categorie: gli studenti che proseguono gli
studi iscrivendosi ad un corso universitario – che
rappresentano all'incirca il 60% dei diplomati – e coloro
che non proseguono gli studi e si avviano verso un'attività
lavorativa – opzione, questa, indicata da circa il 30% dei
diplomati.()
Dal
punto di vista delle prospettive future le caratterizzazioni dei tipi
di maturità sono nettissime. Tutti e 5 i percorsi di studio
dell'area liceale preludono chiaramente allo studio
universitario, a cui è rivolto quasi il 90% dei diplomati in
queste discipline; negli istituti tecnici, invece, la scelta
prevalente rimane quella di un corso di laurea (55,2%), ma sono
numerosi anche coloro che non proseguiranno gli studi (33,3%); solo
negli istituti professionali, infine, i diplomati che non intendono
proseguire gli studi (44,4%) sono più numerosi di quelli che
andranno all'università (34%). Mentre la forte
propensione ad iscriversi all'università da parte dei
liceali riguarda maschi e femmine in modo equivalente, in alcuni
istituti tecnici (industriale e per geometri) e in tutti gli istituti
professionali – compreso l'istituto d'arte –
le femmine si dimostrano più intenzionate dei maschi a
proseguire la formazione (tuttavia senza avvicinarsi ai valori
osservati per i diplomati e le diplomate liceali).
Le
ineguaglianze fra i tipi di diploma riscontrate per il 2004 –
in particolare il divario che separa i licei dagli istituti
professionali – risultano ancora più marcate quando si
va a verificare in quale misura le intenzioni di studio o di lavoro
espresse dai diplomati nel 2003 si sono effettivamente realizzate ad
un anno dal conseguimento della maturità. Nella gran parte dei
casi le prospettive di studio o di lavoro dei diplomati si sono
attuate: solo il 12,3% dei diplomati che nel 2003 si sono dichiarati
intenzionati ad iscriversi all'università non si sono
invece iscritti e, simmetricamente, solo il 16% dei diplomati che non
intendevano immatricolarsi sono ora studenti universitari. Il fatto
rilevante, benché il fenomeno abbia dimensioni contenute, è
che l'eccezione del primo tipo (aspirare ad iscriversi ma non
farlo) è piuttosto probabile per i diplomati professionali
(34% dei casi), poco probabile per i tecnici (11%) e rara per i
liceali (7%). Dal lato opposto, l'eccezione del secondo tipo
(iscrizione universitaria avvenuta senza che fosse prevista al
momento del diploma) è risultata probabile per i liceali
(38%), poco probabile per le maturità tecniche (18%) e rara
per le maturità professionali (8%).
Per
quanto riguarda le prospettive professionali, quasi la totalità
dei diplomati esprime le proprie preferenze nei confronti delle
caratteristiche del lavoro, delle aree aziendali e delle tipologie
contrattuali. Tuttavia i diplomati che andranno all'università
– e quindi la gran parte dei liceali – rispondono
riferendosi evidentemente ad eventualità professionali che si
potranno realizzare solo fra alcuni anni. Hanno invece un impatto
immediato le aspirazioni professionali dichiarate dai diplomati che,
non intendendo proseguire gli studi, faranno presto il loro ingresso
nel mercato del lavoro.
La
popolazione complessiva osservata esprime in media il massimo
interesse per l'area aziendale del marketing, comunicazione,
pubbliche relazioni e per quella della ricerca e sviluppo.
Ciò vale in generale per ciascun tipo di maturità e
continua a verificarsi anche per i soli diplomati che non
proseguiranno gli studi; questi ultimi, tuttavia, apprezzano anche
l'area delle vendite.
Sebbene
il mercato del lavoro tenda a chiedere flessibilità e inviti
spesso i giovani a divenire “imprenditori di se stessi”,
i diplomati di tutti i tipi di maturità cercano in particolare
stabilità/sicurezza del lavoro e acquisizione di
professionalità e gradiscono il contratto a tempo
indeterminato di gran lunga di più rispetto a qualsiasi
altra tipologia contrattuale. Preoccupante, a nostro parere, è
la scarsa rilevanza attribuita alla coerenza con gli studi non
solo dal complesso dei diplomati ma anche, e in modo ancora più
evidente, proprio dai diplomati che hanno appena concluso un
indirizzo di studi professionalizzante e sono prossimi all'ingresso
nel mercato del lavoro.
Il
ruolo del contesto socio–economico familiare sulle scelte
scolastiche e sulla riuscita negli studi secondari superiori
Con
lo scopo di definire l'influenza della famiglia di origine sul
percorso scolastico degli studenti alla luce delle relazioni fra le
diverse variabili in gioco, la documentazione sui diplomati 2004 è
stata analizzata mediante opportuni modelli statistici. Le
circostanze che hanno suggerito l'adozione di questa tecnica di
analisi()
sono essenzialmente due:
– la
classe sociale e il titolo di studio dei genitori sono fortemente
associati fra di loro; di conseguenza, per individuare l'impatto
“genuino” di ciascuna delle due variabili sul percorso
scolastico è necessario studiare il loro effetto in modo
simultaneo anziché trattandole singolarmente;
– il
raggiungimento dell'equilibrio – in termini di
scolarizzazione – fra padri e madri dei diplomati consente di
analizzare in modo efficace il ruolo esercitato, a parità di
condizioni, dal titolo di studio di ciascun genitore. Tuttavia questa
possibilità dilata inevitabilmente il numero delle variabili
in gioco e in questa situazione il ricorso a modelli statistici
agevola l'interpretazione dei fenomeni.
Oggetto
di questo studio – limitato, per ragioni di omogeneità,
ai diplomati nelle scuole toscane – è l'effetto
del contesto familiare sulla scelta del tipo di diploma (liceo/non
liceo), sull'esito degli studi secondari superiori (voto di
diploma e regolarità) e sulla probabilità di accesso
agli studi universitari. Considerando i risultati di queste analisi
nel loro complesso (senza pretendere, per ora, di generalizzarne le
conclusioni all'intero sistema scolastico nazionale) si può
affermare che, al netto degli effetti che intercorrono fra le
variabili:
– la
classe sociale interviene concretamente sulla scelta del tipo di
scuola secondaria superiore, ma il suo ruolo sembra esaurirsi a
questa fase del ciclo di studi;
– il
titolo di studio del padre influenza sia la scelta del tipo di scuola
superiore sia la probabilità di accedere agli studi
universitari, mentre gioca solo un ruolo indiretto sul voto di
maturità e sulla regolarità negli studi superiori;
– il
titolo di studio della madre interviene in modo evidente su tutti e
quattro gli aspetti esaminati – la scelta di un liceo piuttosto
che di altri tipi di istituto, il voto di maturità, la
probabilità di diplomarsi senza ripetenze e la probabilità
di accedere all'istruzione universitaria.()
Dall'interpretazione
dei singoli modelli si ricava innanzitutto che il grado di istruzione
del padre e della madre (con effetti sostanzialmente equivalenti), la
classe sociale e – in particolare – il genere incidono in
modo molto evidente sulla probabilità di compiere gli studi
superiori in un liceo piuttosto che in un istituto tecnico o
professionale.()
Al netto delle reciproche relazioni fra le variabili, il genere
femminile, un elevato grado di istruzione dei genitori e
l'appartenenza alla borghesia o alla classe media impiegatizia
sono i fattori associabili alla scelta di un liceo anziché di
un diverso tipo di diploma.
A
parità di condizioni, sono le femmine e chi ha la madre con
elevato titolo di studio ad avere maggiori probabilità di
diplomarsi con buoni voti di maturità; l'analisi tiene
conto del fatto che i licei tendono comunque ad assegnare votazioni
più alte. La classe sociale non ha invece alcun ruolo
significativo e il titolo di studio del padre ha un ruolo marginale.
Naturalmente ciò non vuole dire che i figli dei padri istruiti
ottengano nel complesso le stesse votazioni dei figli dei padri meno
istruiti; significa invece che le differenze che si riscontrano a
favore dei figli dei padri istruiti non rappresentano un vero e
proprio effetto causale, ma derivano indirettamente da altre
variabili (in particolare dal titolo di studio della madre). In altre
parole, quando il padre ha un buon grado di istruzione tende ad
essere elevato anche il titolo della madre e per questa ragione le
votazioni scolastiche dei figli sono in generale migliori.
Per
quanto riguarda la probabilità di conseguire la maturità
nei 5 anni previsti, i risultati sono analoghi a quelli ottenuti per
il voto: sono fattori favorevoli il sesso femminile e un elevato
grado di istruzione della madre, mentre il titolo del padre e la
classe sociale sono poco influenti.
Il
titolo di studio del padre torna ad avere un ruolo di primo piano
quando si prende in considerazione la probabilità di accesso
agli studi universitari. Risultano fortemente avvantaggiati i
diplomati con elevato titolo di studio dei genitori (con una leggera
prevalenza del ruolo paterno) e le diplomate, mentre la classe
sociale è ininfluente. In parte – ma non certo
completamente – l'effetto del genere e del grado di
istruzione dei genitori si manifesta indirettamente, favorendo la
scelta di un percorso di studi liceale la quale, a sua volta,
incrementa la probabilità di iscriversi ad un corso
universitario.
Note: