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Il Profilo del Diplomato AlmaDiploma
Indagine 2005

PRIMA E DOPO IL DIPLOMA

Le caratteristiche e le prospettive di studio o lavoro
dei diplomati nelle scuole aderenti ad AlmaDiploma

di Gian Piero Mignoli ed Elio Pasca

Il progetto AlmaDiploma

Il Progetto AlmaDiploma è nato con tre obiettivi. Il primo intento è quello di offrire un contributo alla diffusione della cultura della valutazione nei sistemi formativi. AlmaDiploma, per le scuole che aderiscono al progetto, rappresenta già un importante punto di riferimento (1). Crescendo, diventerà uno strumento indispensabile per tutti coloro (studiosi, operatori, ...) che affrontano a qualsiasi titolo le tematiche degli studi superiori, della programmazione delle attività didattiche, dell’occupazione, della condizione giovanile.

Il secondo obiettivo di AlmaDiploma guarda all’orientamento in quella delicata fase di transizione tra scuola secondaria superiore, università, formazione professionale, lavoro.

Il terzo obiettivo è quello di favorire un positivo inserimento professionale per i giovani che, dopo aver conseguito il diploma secondario superiore, non intendono proseguire gli studi.

AlmaDiploma è cresciuta tra gli Istituti della provincia di Firenze, sostenuta con tenacia e spirito di volontariato e diffusa a livello regionale grazie ad un’apposita convenzione con la Regione Toscana. Il modello di riferimento, nonché il partner principale, è il Consorzio AlmaLaurea (www.almalaurea.it), che dal 1994 studia la popolazione dei laureati degli Atenei aderenti e che ora raccoglie 44 Atenei italiani. Sostenuta dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, AlmaLaurea ha, sul fronte universitario, intenti analoghi a quelli che muovono AlmaDiploma sul fronte della scuola superiore.

Per quanto riguarda il primo obiettivo, AlmaDiploma realizza annualmente due indagini. Il Profilo dei diplomati, di cui questo volume riporta i risultati per il 2005, rileva e analizza l’esito degli studi, l’origine sociale, le valutazioni e le prospettive degli studenti appena usciti dalla scuola secondaria superiore; l’indagine sulle Scelte dopo il diploma esamina la condizione formativa e/o professionale dei diplomati a un anno dalla conclusione degli studi superiori.

Attualmente AlmaDiploma è presente in modo rilevante in Toscana, dove aderiscono al progetto 59 Istituti; gli Istituti aderenti al di fuori della regione (25) costituiscono una presenza limitata. Tuttavia l’obiettivo, ambizioso, del progetto è quello di espandersi ponendosi al servizio di tutta la scuola secondaria superiore italiana.

La popolazione osservata

Il Profilo dei diplomati 2005 prende in considerazione i 49 Istituti scolastici aderenti ad AlmaDiploma che hanno fornito una documentazione soddisfacente sui propri diplomati (2) . Il collettivo osservato comprende 5.440 diplomati, l’81% dei quali ha compilato il questionario.

Non si può ancora considerare questa una popolazione rappresentativa di un qualsiasi ambito territoriale o scolastico. Non solo per la collocazione territoriale degli istituti coinvolti nell’indagine (38 toscani, 7 emiliani, 4 di altre regioni italiane), ma anche per la sovrarappresentazione delle maturità tecniche a scapito delle maturità liceali e professionali; nell’interpretare i risultati del Profilo dei diplomati 2005 occorre tenerne conto (3).

La disaggregazione principale utilizzata in questo Rapporto distingue 20 possibili diplomi (3 diplomi liceali, 8 tecnici e 6 professionali, a cui si aggiungono 3 titoli classificati come "altri diplomi": l’istituto d’arte, il liceo artistico e il liceo pedagogico-sociale). Per comodità di lettura sono presentati anche i profili relativi alla totalità dei diplomi liceali, tecnici e professionali (4).

Viene confermata la prevalenza numerica delle femmine fra gli studenti con diploma liceale linguistico, classico, tecnico commerciale e tecnico per periti aziendali e corrispondenti in lingue estere. Prevalgono invece i maschi negli indirizzi tecnici industriali e per geometri e nei professionali per l’industria e l’artigianato. Maschi e femmine sono in equilibrio, invece, nei licei scientifici.

Il contesto familiare di provenienza

Per quanto riguarda il background socio-economico degli studenti, AlmaDiploma rileva il titolo di studio dei genitori e la classe sociale di appartenenza (5)

Si tenga conto, innanzitutto, che mentre nel collettivo dei genitori degli attuali diplomati - almeno nelle realtà prese in considerazione - le donne hanno più che colmato il divario che le separava dagli uomini in termini di scolarizzazione (hanno almeno il diploma di maturità il 51,8% delle madri dei diplomati contro il 46,8% dei padri), permangono differenze evidenti per quanto riguarda la posizione professionale (basti pensare che i padri con posizione borghese sono il 18,6% e le madri solo il 6,2%).

La relazione fra il contesto familiare degli studenti e la scelta del diploma secondario superiore è nota e trova conferma nell’indagine. La presenza di diplomati con genitori in possesso di titoli di studio elevati è massima fra i diplomati classici, scientifici e linguistici, si riduce fra i tecnici ed è minima fra i professionali. Poiché il titolo di studio dei genitori e la classe sociale sono due variabili strettamente associate fra loro, i percorsi di studio avvantaggiati in termini di istruzione dei genitori lo sono anche dal punto di vista della classe sociale, con una maggiore presenza di studenti di estrazione borghese e una minore presenza dei figli della classe operaia.

La riuscita negli studi

L’esito scolastico dei diplomati 2005 ricalca sostanzialmente quanto emerso per il 2004.

AlmaDiploma rileva:

  • l’età all’iscrizione scolastica: indica il numero di anni di ritardo che lo studente ha accumulato prima di iscriversi nella scuola in cui ha ottenuto il diploma (e cioè nella scuola media inferiore o in una diversa scuola superiore frequentata in precedenza);
  • la regolarità negli studi superiori: è il numero degli anni scolastici di ripetenza (per gli studenti che sono passati da un’istituzione scolastica ad un’altra è il numero delle ripetenze avvenute nella scuola di conseguimento del diploma);
  • il credito scolastico (6)
  • il voto di diploma.

Le ragioni che possono portare a diplomarsi dopo i 19 anni, cioè in ritardo rispetto all’età canonica, sono più di una.

è possibile ripetere un anno scolastico prima della scuola superiore oppure accumulare un anno di ritardo passando da una scuola ad un’altra, eventualmente dopo una ripetenza. In queste situazioni i diplomati, quando si iscrivono nella scuola in cui si diplomeranno, hanno già un’età superiore a quella prevista; è ciò si è verificato per il 40,6% dei diplomati professionali, per il 10,7% dei tecnici e solo per il 2,2% dei liceali.

Il 12,9% dei diplomati ha invece ripetuto anni scolastici all’interno della scuola in cui ha raggiunto il diploma: anche in questo caso nei licei l’accumulo di ritardo è inferiore rispetto agli altri indirizzi (hanno ripetuto uno o più anni scolastici il 18,8% dei diplomati professionali, il 14,5% dei tecnici e solo il 6,7% dei liceali).

Tutto ciò va ad aggiungersi, naturalmente, agli elementi di criticità dovuti al numero degli studenti che abbandonano gli studi prima di arrivare al diploma - informazione che non può emergere in un’indagine, come è questa, riferita ai diplomati.

Complessivamente nei licei il voto medio di maturità è superiore a 80/100 e più del 27% dei diplomati ottiene almeno 90/100; il voto medio scende a 75,9 fra i diplomati tecnici e a 72,5 fra i professionali. Le studentesse, in tutte e quattro le aree disciplinari, tendono ad avere migliori risultati in termini sia di voto sia di regolarità negli studi.

Le evidenti difformità che abbiamo appena riscontrato andando a rilevare gli indicatori della riuscita scolastica per ciascun tipo di diploma debbono essere lette alla luce di alcune considerazioni. Innanzitutto, come abbiamo rilevato precedentemente, gli studenti liceali - che hanno i migliori risultati scolastici - provengono da famiglie avvantaggiate dal punto di vista socio-culturale. In secondo luogo, tendono tuttora ad iscriversi nei licei i ragazzi che hanno concluso la scuola media inferiore con risultati migliori rispetto a quanti scelgono un indirizzo tecnico o, in modo ancora più evidente, un indirizzo professionale (7) . Anche la maggiore presenza femminile nei licei, inoltre, spiega in parte queste differenze.

A tutto ciò occorre aggiungere, infine, i limiti di confrontabilità che inevitabilmente si incontrano nell’analizzare l’esito degli studi all’interno di percorsi scolastici così differenti l’uno dall’altro anche in termini di contenuto formativo.

L’esperienza scolastica

Nel complesso, i diplomati si dimostrano piuttosto soddisfatti della propria esperienza scolastica. Per quanto riguarda la percezione dell’esperienza scolastica complessiva, il 26,3% degli studenti si dichiara decisamente soddisfatto e il 55,3% moderatamente soddisfatto: dunque i diplomati che hanno espresso valutazioni positive sono complessivamente l’81,6%. Opinioni favorevoli sono state espresse anche nei confronti degli insegnanti (il 76% dei diplomati è soddisfatto della loro competenza e l’82,8% della loro disponibilità al dialogo), dei rapporti con il personale non docente (76,4%) e soprattutto - come prevedibile - dei rapporti con gli altri studenti (90,5%). Meno soddisfacenti sono risultati in generale i laboratori (60,5%), l’adeguatezza delle aule (55,1%) e l’organizzazione scolastica (44,5%) - voce, questa, a cui probabilmente i diplomati hanno ricondotto una molteplicità di situazioni non sempre interpretabili in modo univoco.

I confronti fra i diversi tipi di diploma non assumono un significato rilevante, risentendo in modo evidente delle specificità delle singole scuole. Si può rilevare, in ogni caso, che i diplomati negli indirizzi tecnici e professionali tendono ad essere più soddisfatti, rispetto ai liceali, della disponibilità degli insegnanti al dialogo e dei rapporti con gli altri studenti e che l’organizzazione e le strutture scolastiche negli istituti tecnici sono più apprezzate che nei licei e negli istituti professionali.

Un altro elemento importante per la misura del grado di soddisfazione degli studenti è la quota dei diplomati che, se tornassero ai tempi dell’iscrizione alla scuola superiore, sceglierebbero lo stesso corso di studi che hanno appena concluso. I neodiplomati riflettono ora, tenendo in considerazione le prospettive formative o professionali che si trovano oggi di fronte, sulla bontà di una decisione presa a 14 anni, quando il ruolo dei genitori era verosimilmente diverso da quello attuale.

Il 54,4% dei diplomati nel 2005 sceglierebbe lo stesso corso nella stessa scuola, mentre oltre il 43,5% cambierebbe: il 9,5% ripeterebbe il corso ma in un’altra scuola, l’8,8% sceglierebbe un diverso indirizzo/corso della stessa scuola e il 25,2% cambierebbe sia scuola sia indirizzo. Ovviamente, per i diplomati che cambierebbero, le possibili risposte dipendono anche dall’offerta formativa dei rispettivi Istituti: possono rispondere "altro indirizzo nella stessa scuola" solo i diplomati nelle scuole che offrono più indirizzi.

Nei percorsi professionali i diplomati che non ripeterebbero il corso - quasi sempre scegliendo un’altra scuola - sono la maggioranza (53,6%), mentre fra i liceali e i tecnici superano di poco il 40%. La percentuale più elevata di diplomati che confermerebbero la scelta del corso riguarda l’indirizzo classico (82,8%), ma la numerosità del collettivo (solo 40 diplomati, provenienti da 3 scuole) suggerisce un’interpretazione prudente di questo risultato.

Fuori dall’aula

Andando a rilevare la diffusione dei tirocini o stage e delle esperienze di studio all’estero ci si rende facilmente conto di quanto i diplomi si differenzino l’uno dall’altro in relazione al contenuto formativo.

Lo svolgimento dei tirocini, sia per diffusione sia per durata, risente ovviamente del fatto che negli indirizzi professionali tali attività formative sono praticamente obbligatorie. In ogni caso, i tirocini sono rari solo nei programmi didattici del classico e dello scientifico.

Negli indirizzi scientifici e dove le lingue straniere hanno valenza fondamentale (tecnico per il turismo, tecnico per corrispondenti in lingue estere e, in particolare, liceo linguistico), buona parte dei diplomati ha compiuto soggiorni di studio all’estero. Molto meno diffusa la mobilità all’estero negli altri indirizzi tecnici e negli indirizzi professionali. Considerata anche l’influenza del genere e del grado di istruzione dei genitori sulla scelta del diploma superiore, le esperienze di studio all’estero finiscono per essere molto più diffuse fra le femmine e fra i diplomati provenienti da contesti familiari favorevoli.

Il lavoro nel corso degli studi - che naturalmente, a differenza di quanto avviene per gli studenti universitari, ha carattere quasi esclusivamente occasionale - ha coinvolto il 63,5% dei diplomati, senza evidenti differenze né fra maschi e femmine né fra i diversi diplomi, se si eccettua la minore diffusione delle esperienze di lavoro negli indirizzi scientifici.

La pratica di attività sportive coinvolge il 63,7% dei diplomati 2005. Le attività sportive di squadra (calcio, pallavolo e pallacanestro) richiedono generalmente un impegno settimanale più assiduo rispetto alle discipline individuali (fitness, nuoto e altri sport). La diffusione delle attività sportive e l’impegno in termini di tempo sono maggiori fra i diplomati che fra le diplomate per la presenza dei ragazzi che giocano a calcio, praticato da quasi il 30% dei maschi. Questo spiega anche le differenze riscontrate tra i diplomi (nell’indirizzo professionale per l’industria e l’artigianato e negli indirizzi tecnico industriale e tecnico per geometri la pratica dello sport è più diffusa).

Prospettive future: studio o lavoro?

Conclusi gli studi secondari superiori, i diplomati si dividono in tre categorie: gli studenti che intendono iscriversi all’università, che rappresentano il 60,5% dei diplomati, coloro che non proseguono gli studi e si avviano verso un’attività lavorativa - opzione, questa, indicata nel 28,6% dei casi - e i diplomati che intendono svolgere un tirocinio o un’altra attività di qualificazione al di fuori dell’università (meno del 10%).

Dal punto di vista delle prospettive post-diploma le caratterizzazioni dei percorsi di studio sono nettissime. Tutti e tre i diplomi liceali preludono chiaramente allo studio universitario, a cui è rivolta la grande maggioranza dei diplomati; negli indirizzi tecnici, invece, la scelta prevalente rimane quella di un corso di laurea (55,7%), ma sono numerosi anche coloro che non intendono proseguire gli studi (35,5%); solo negli indirizzi professionali, infine, i diplomati che non intendono proseguire (56,2%) sono più numerosi di quelli che andranno all’università (32,4%).

I dati 2005 confermano che la scelta di andare o no all’università viene compiuta tendenzialmente in due fasi.

La prima fase avviene alla conclusione della scuola media inferiore, quando i ragazzi scelgono l’indirizzo di studio; a questo punto, chi ha scelto un percorso liceale ha già una probabilità molto elevata di proseguire gli studi all’università dopo aver conseguito il diploma. La percentuale dei diplomati liceali intenzionati ad iscriversi all’università è tale che gli altri fattori in gioco, a cominciare dal voto di diploma, non hanno la possibilità di manifestarsi in modo evidente.

La seconda fase della scelta, che avviene alla conclusione degli studi medi superiori, riguarda quindi principalmente gli indirizzi tecnici e professionali. In questo caso, diversamente da quanto si verifica per i liceali, gli altri fattori in gioco - genere, titolo di studio dei genitori, voto di diploma e regolarità negli studi - incidono in maniera rilevante sulla possibilità di accedere all’università (8) . Benché i nostri diplomati non siano un collettivo rappresentativo, il fatto che fra i diplomati professionali intendano iscriversi ad un corso universitario il 50% delle femmine e solo il 24% dei maschi è indubbiamente rilevante. Quanto incidono, su questo risultato, le strategie personali di vita, la propensione allo studio, le eventuali discriminazioni nel mondo del lavoro?

Genere e indirizzo di studio influenzano in modo rilevante non solo la probabilità di accesso all’università, ma anche la scelta del corso universitario; la tabella seguente riporta i primi tre gruppi disciplinari su cui i neodiplomati dirigono la propria scelta.

Verso l’università: le intenzioni dei diplomati. I primi 3 gruppi disciplinari - valori per 100 diplomati

LICEI

maschi

 

femmine

ingegneria

17,1

 

medicina/odontoiatria

10,7

medicina/odontoiatria

13,8

 

linguistico

7,9

economico-statistico

10,4

 

politico-sociale

7,6

altri gruppi

50,8

 

altri gruppi

64,4

Totale studi universitari

92,1

 

Totale studi universitari

90,7

TECNICI

maschi

 

femmine

ingegneria

15,4

 

economico-statistico

11,1

economico-statistico

6,7

 

linguistico

7,6

scientifico

3,9

 

giuridico

7,2

altri gruppi

25,4

 

altri gruppi

35,4

Totale studi universitari

51,4

 

Totale studi universitari

61,2

PROFESSIONALI

maschi

 

femmine

ingegneria

5,0

 

professioni sanitarie

15,4

medicina/odontoiatria

4,4

 

medicina/odontoiatria

8,6

politico-sociale

2,4

 

insegnamento

3,7

altri gruppi

12,1

 

altri gruppi

22,2

Totale studi universitari

24,0

 

Totale studi universitari

50,0

ALTRI DIPLOMI

maschi

 

femmine

architettura

15,0

 

architettura

12,7

letterario

11,3

 

letterario

8,2

professioni sanitarie

3,8

 

psicologico

8,2

altri gruppi

12,5

 

altri gruppi

29,4

Totale studi universitari

42,5

 

Totale studi universitari

58,4

TOTALE

maschi

 

femmine

ingegneria

13,6

 

economico-statistico

7,7

economico-statistico

6,1

 

professioni sanitarie

6,8

scientifico

3,6

 

linguistico

6,6

altri gruppi

30,2

 

altri gruppi

46,9

Totale studi universitari

53,4

 

Totale studi universitari

68,0

Per quanto riguarda le prospettive professionali, quasi la totalità dei diplomati esprime le proprie preferenze nei confronti delle caratteristiche del lavoro, delle aree aziendali e delle tipologie contrattuali. Tuttavia i diplomati che andranno all’università - e quindi la gran parte dei liceali - rispondono riferendosi evidentemente ad eventualità professionali che si potranno realizzare solo fra alcuni anni. Hanno invece un impatto immediato le aspirazioni professionali dichiarate dai diplomati che, non intendendo proseguire gli studi, faranno presto il loro ingresso nel mercato del lavoro.

La popolazione complessiva osservata esprime il massimo interesse per l’area aziendale del marketing, comunicazione, pubbliche relazioni, della ricerca e sviluppo e delle vendite. Si verificano alcune comprensibili differenze, all’interno dei collettivi tecnici e professionali, fra chi accede all’università e chi si avvia verso un’attività lavorativa: maggiore interesse per la ricerca e sviluppo da parte dei primi, più produzione e assistenza tecnica per i secondi.

Sebbene il mercato del lavoro tenda a chiedere flessibilità e inviti spesso i giovani a divenire "imprenditori di se stessi", i diplomati cercano in particolare stabilità/sicurezza del lavoro e acquisizione di professionalità e gradiscono il contratto a tempo indeterminato di gran lunga di più rispetto a qualsiasi altra tipologia contrattuale. Preoccupante, a nostro parere, è la scarsa rilevanza attribuita alla coerenza con gli studi e alla rispondenza agli interessi culturali non solo dal complesso dei diplomati ma anche, e in modo ancora più evidente, proprio dai diplomati che hanno appena concluso un indirizzo di studi professionalizzante e sono prossimi all’ingresso nel mercato del lavoro.


Note:

1 Oltre al presente volume, ciascun Istituto coinvolto nell’indagine riceve un Rapporto riguardante la propria realtà scolastica e comprendente il Profilo dei diplomati dell’intero Istituto, i Profili per scuola e i Profili per indirizzo.

2 Si richiede che siano trasmessi i dati amministrativi di tutti i diplomati dell’Istituto e che almeno il 50% dei diplomati abbia compilato il questionario di rilevazione.

3 La sovrarappresentazione delle maturità tecniche nel collettivo AlmaDiploma 2005 può essere desunta confrontando i nostri diplomati con gli iscritti alla V classe dell’anno scolastico 2004/05 nelle scuole delle diverse regioni italiane (MIUR, Direzione Generale per i Sistemi Informatici, La scuola statale: sintesi dei dati - a.s. 2004/2005, su Internet all’indirizzo http://www.istruzione.it/mpi/pubblicazioni/2005/dati_05.shtml.

4 La classificazione degli studenti per diploma adottata in questo Rapporto fa riferimento all’indirizzo di studio a prescindere dall’Istituto in cui è stato ottenuto il diploma di maturità (cfr. le Note metodologiche, § 2.).

5 Per la definizione della classe sociale si vedano le Note metodologiche, § 5.

6 Sul credito scolastico si vedano le Note metodologiche, § 6.

7 L’indagine campionaria ISTAT sui diplomati italiani nel 1998 (I diplomati e lo studio - Indagine 2001, n. 30, Roma, 2003) mostra quanto sia forte questa tendenza. I diplomati che hanno concluso la scuola media inferiore con il giudizio di "ottimo" sono il 44% nei licei, il 10,9% negli istituti tecnici e solo il 2,2% negli istituti professionali.

8 Per i diplomati AlmaDiploma 2005 la probabilità di iscrizione all’università è stata analizzata, con approccio multivariato, mediante modelli di regressione logistica. Per la popolazione italiana l’influenza dell’origine sociale sui "corsi di vita" (istruzione, lavoro, famiglia) è trattata ampiamente in Vite ineguali, a cura di A. Schizzerotto, Bologna, il Mulino, 2002.